Il nuovo survival horror di Mikami si chiama The Evil Within


Ritorno al passato

Dopo diversi misteriosi teaser rilasciati da Bethesda Softworks e Tango Gameworks nei giorni scorsi, finalmente ci è dato sapere su quale gioco Shinji Mikami (il creatore di Resident Evil) sta lavorando. Il nome è The Evil Within (ex Project Zwei), ossia Il Male Dentro, con il quale lo sviluppatore giapponese vuole tornare ai fasti qualitativi dei survival horror di una volta, volendo favorire gli hardcore gamer che richiedono da anni un titolo horror che metta vera tensione e paura, che sia impegnativo. Il gioco non presenterà una modalità multiplayer perchè, anche a detta dello stesso Mikami, rovina l’esperienza di gioco. The Evil Within verrà sviluppato con il motore grafico creato da ID Software, l’ID TECH 5, che già dalle prime immagini in-game pubblicate sembra svolgere un ottimo lavoro soprattutto sulla gestione delle ombre molto realistiche e sui particellari, come ad esempio gli schizzi di sangue. Ancora non è stata rilasciata una data d’uscita precisa, ma sappiamo già che il titolo uscirà nel 2014 per PCPS3XBOX 360 e console next-gen.

In calce trovate il trailer di presentazione in live action molto inquietante e spettacolare.

 

 

Tomb Raider: Nuovo Map Pack disponibile


Tomb Raider

Dogfight e Forest Meadow

Crystal Dynamics e Square Enix hanno appena rilasciato un nuovo pacchetto di mappe multiplayer per Tomb Raider, chiamato 1939 Multiplayer Map Pack.

Il pacchetto comprende due mappe: Dogfight, ambientata in un bunker caratterizzato da pericolosi labirinti, e Forest Meadow, terreno di gioco molto più aperto e vasto. Questo map pack è già disponibile su PC e XBOX 360, mentre domani arriverà sullo store di Playstation. Altri due map pack, ossia Shipwrecked Multiplayer Map Pack, uscito già su XBOX LIVE, e Caves and Cliffs Multiplayer Map Pack, saranno disponibili su tutte le piattaforme rispettivamente da metà aprile e a maggio.

Anteprima Beyond: Two Souls


Anteprima a cura di Alessio “Beyond” Alessandrini

Beyond Two Souls

Oltre la vita? Solo il dubbio

David Cage e Quantic Dream per anni sono rimaste identità caratteristiche nel mondo videoludico, grazie al loro pensiero di concepire il videogioco sottoforma di un vero e proprio film interattivo, utilizzandolo per esprimere forti emozioni e regalare totale libertà di scelta al giocatore. Con il thriller paranormale Fahrenheit e il più serio Heavy Rain, il livello raggiunto dallo sviluppo della formula di Cage era già su buoni livelli, ma è con il prossimo progetto in cantiere, ossia Beyond: Two Souls, che i ragazzi francesi cercheranno di regalare agli utenti PS3 il prodotto più emozionante, commovente e coinvolgente mai uscito su console Sony. Vestiremo i panni di Jodie Holmes, una ragazza connessa a un’entità invisibile chiamata Eidon, in un arco narrativo che attraverserà ben quindici anni della sua vita, dagli otto anni fino ai ventitre, e il tema chiave di tutto il progetto sarà una visionaria interpretazione di ciò che ci attende dopo la morte.

Beyond Two Souls

Un miracolo quasi raggiunto

Beyond: Two Souls, in termini narrativi, si ispira moltissimo a originali prodotti cinematografici come “Memento” di Nolan e il più recente “Cloud Atlas” dei Fratelli Wachowski e Tykwer, utilizzando passaggi temporali non lineari ma alternati, così da creare una sorta di parallelismo tra le varie età ed eventi che accadranno nella vita di Jodie, interpretata da un eccellente Ellen Page, la quale vanterà persino ben quaranta versioni di sé stessa all’interno di un singolo gioco. Dagli ultimi video rilasciati da Quantic Dream, abbiamo finalmente potuto osservare più dettagliatamente il gameplay, che rappresentava l’unico tassello ancora poco chiaro. A quanto pare, finalmente il team di sviluppo è riuscito quasi totalmente a sbarazzarsi dei quicktime events, adottandoli solo in minime necessità, come l’apertura forzata di alcune porte, che richiedono di premere ripetutamente un singolo tasto. Per ovviare al vecchio stile di gioco, Cage ha avuto la brillante idea di implementare un sistema di slow motion durante i combattimenti corpo a corpo molto funzionale e pratico.

Beyond Two Souls

Quando si avvierà un combattimento la scena verrà rallentata, evidenziando in bianco l’arto o punto del corpo da colpire entro un determinato tempo e qui entra in gioco una delle novità inserite nel titolo, ossia la nuova mappatura dei comandi. Jodie potrà eseguire movimenti utilizzando semplicemente solo lo stick analogico sinistro del pad, mentre tutte le azioni che potremo compiere saranno affidate allo stick analogico destro – ogni movimento corrisponde a una determinata azione -, esclusi i brevi pezzi di quicktime events e i dialoghi che, come nel precedente Heavy Rain, sono gestiti attraverso i pulsanti digitali. Questa migliorata pulizia dell’interfaccia, permette al titolo di somigliare visivamente molto più a un vero e proprio film. Come ben sappiamo dall’E3 2012, Jodie non sarà l’unica protagonista del prodotto, ma potremo impersonare anche lo spirito a lei collegato nei momenti di difficoltà che, come avevamo già sospettato, la aiuterà anche nella risoluzione di enigmi ambientali, oltre che nell’eliminare nemici che la ostacoleranno, tramite la possessione del corpo, e potrà spaventare persone.

Beyond Two Souls

Eidon si controlla nello stesso modo di Jodie, ma con una visuale in prima persona, e potrà interagire con tanti oggetti su schermo evidenziati da un piccolo cerchio bianco, attraversare pareti, fiamme e ostacoli impossibili per l’uomo, rimanendo sempre a breve distanza da Jodie. Ad esempio, negli ultimi video, abbiamo potuto assistere in una scena ambientata in un ospedale, in fiamme dove l’utilità di Eidon si è rivelata importantissima. Esso poteva atraversare pareti e sbloccare determinate porte in modi diversi, attivando un pulsante o liberarle da oggetti che intralciavano l’apertura, superare le fiamme e lanciare un estentitore a Jodie per poterle spegnere, scaraventare oggetti pesanti per distruggere qualcosa o creare un passaggio per la protagonista. I modi per utilizzarlo sono molteplici e la varietà sembra essercene tanta, infatti, a detta degli sviluppatori, “Mai una porta si aprirà nello stesso modo…in Beyond non ci sarà mai ripetitività perchè le situazioni saranno sempre differenti!” Noi ci aspettiamo che tutto ciò sia vero e già questi primi video lo testimoniano, però rimane comunque qualche perplessità, perchè il gioco al momento sembra fin troppo lineare e semplice, anche se comunque ricco di situazioni variegate e queste basi già presentate ci fanno ben sperare per la possibilità di avere nel gioco completo enigmi anche più complessi, visto che l’interazione con Eidon si fa sempre più interessante e lascia spazio alla ricchezza di possibilità e inventiva da parte del team di sviluppo.

Beyond Two Souls

Si respira aria di Next-Generation

Siamo ancora ben lontani dall’uscita del titolo, prevista per il 9 Ottobre 2013, ma è l’aspetto tecnico la particolarità che più colpisce l’occhio del giocatore al momento. In Beyond Two Souls la grafica è un elemento decisivo e non trascurabile, visto che i personaggi devono essere in grado di trasmettere emozioni e risultare espressivi per poterci coinvolgere in modo sempre più vivace all’interno delle atmosfere, della trama e delle parti emotive. Grazie al nuovo motore grafico, progettato basandosi su un dev kit per PS4 ma adattato all’hardware di PS3, Beyond Two Souls riesce in tutto questo, presentando delle espressioni facciali incredibilmente realistiche, realizzate tramite performance capture, e un dettaglio grafico generale di livello altissimo con piccole eccezioni. La cosa più importante però in questo genere di titoli è sicuramente la recitazione e qui di talenti ce ne sono davvero a volontà, mettendo in primis la già citata Ellen Page, che riesce ad emozionare e a immedesimarsi davvero come altri pochi attori, e il mitico Willem Dafoe (Spiderman di Sam Raimi, Platoon), che qui lo troviamo nel ruolo dello psichiatra di Jodie fin dai tempi della sua infanzia e che la aiuterà nell’affrontare la sua difficile situazione.

Beyond Two Souls

Altra cosa che al momento ci ha colpito moltissimo è la varietà di ambientazioni che troveremo nel gioco: Jodie da piccola nella sua cameretta e nello studio psichiatrico, centrali di polizia, treni e stazioni, foreste tipiche di Twin Peaks e che rimandano anche ad Alan Wake, ospedali dalle tinte molto survival horror, città ricoperte di neve dove addirittura ci ritroveremo ad elemosinare per strada in compagnia di altri senzatetto e di una chitarra e dove la nostra Jodie sembra essere disperata e sofferente – questa parte ci è stata mostrata solo tramite immagini -.

Un prodotto dal nobile obiettivo: saper emozionare profondamente

Beyond: Two Souls continua ad affermarsi come un degno successore di Fahrenheit e Heavy Rain: un evoluzione di entrambi. Emoziona, commuove, incanta e sembra aver raggiunto quel miracolo che tanti aspettavano, ossia quello del raggiungemento del giusto equilibrio tra narrazione, quicktime events e vero videogioco, anche se al momento ancora minato da un grado di semplicità, linearità e intuizione piuttosto elevati. Sappiamo però che sarà un gioco pieno di scelte da compiere e dove la libertà di azione e di dettare la storia sarà completamente nelle nostre mani e ci aspettiamo un ampliamento di possibilità sotto questo punto di vista. Tecnicamente esalta e si distingue dalla massa e la varietà di situazioni sembra essere notevole. Cage ci fidiamo di te non deluderci!

Pro

  • Graficamente sbalorditivo

  • Atmosfera coinvolgente

  • Trama promettente e profonda

  • Gameplay evoluto

  • Tante situazioni e ambientazioni diverse

Contro

  • Forse troppo lineare, semplice e intuitivo

 

Recensione Tomb Raider: A Survivor Is Born


Recensione a cura di Alessio “Beyond” Alessandrini

VERSIONE TESTATA: PC

Tomb Raider

La rinascita di un mito

Quando si parla di icone del mondo videoludico, di reboot e di totale svecchiamento delle meccaniche di gioco tanto amate dai fan nel corso degli anni, molteplici preoccupazioni tormentano la mente dei giocatori che si chiedono: “Rimarrà lo spirito della serie?” Nel caso di Lara Croft, la celebre, sexy archeologa che nel lontano 1996 diede vita ad un nuovo modo di creare giochi d’avventura, il lavoro è riuscito in pieno non deludendo gli amanti storici che la videro impegnata ai suoi tempi contro la Natla Technologies e con la ricerca dello Scion, ma anzi acquisendone dei nuovi grazie alla più moderna formula di gioco più accessibile a tutti. Dopo gli ottimi Tomb Raider: Legend e Anniversary e il discreto Underworld, la serie necessitava assolutamente di uno stravolgimento corposo in grado di dare nuova linfa vitale al franchise ed è proprio questo ciò a cui Crystal Dynamics e Square Enix hanno puntato in questo riavvio chiamato semplicemente Tomb Raider. Dopo ben 4 anni di sviluppo abbastanza travagliato andiamo a vedere che aria tira nelle nuove tombe.

GAMEPLAY

Tomb Raider
A Survivor Is Born

La trama di Tomb Raider racconta le origini di Lara Croft coinvolgendoci nella sua prima vera avventura. Appena laureata salpa con la nave Endurance insieme a un equipaggio composto da altri ricercatori e capitanato da Conrad Roth, una specie di tutore per Lara dopo la morte dei suoi genitori. La destinazione è il Triangolo del Drago dove Lara spera di trovare la nota Isola di Yamatai, luogo scomparso e mai più ritrovato dopo la morte della Regina del Sole chiamata Himiko. Dopo un disastroso incidente causato dalle tempeste e il maltempo che spezzano l’Endurance in due parti e che viene raccontato in un intro piuttosto frettoloso, Lara e la sua compagnia naufragano su un isola sconosciuta dove un culto misterioso è in atto da molti anni e starà alla nostra esploratrice scoprirne tutti i segreti e sventare la minaccia che la trattiene in quel luogo tetro, violento e pieno di pericoli. Per la prima volta nella storia di Tomb Raider interagiamo con una Lara del tutto diversa da quella forte e sicura di sé dei precedenti capitoli: qui la vediamo fragile, inesperta, paurosa, sanguinante, ansimante – forse un po’ troppo – e in molte scene “violentata” dall’ambiente ostile che la circonda.

Tomb Raider

La sopravvivenza è il tema centrale di tutta la produzione e la sensazione che ci accompagna per maggior parte dell’avventura, in cui Lara sarà sola contro il mondo e le insidie che lo popolano. Tutto ciò rappresenta un avventura in chiave visionaria che cerca di spiegare il cambiamento dall’adolescenza all’età adulta, dal mondo spensierato giovanile a quello adulto duro e pericoloso dove per farti un nome e farti valere devi lottare in solitudine, resistere e mai mollare se vuoi davvero raggiungere un obiettivo. Tomb Raider è un viaggio di formazione dove la protagonista è in cerca di sé stessa e del suo io interiore, un racconto d’avventura maturo e non scialbo dove è la caratterizzazione della protagonista a prevalere su tutto il resto e dove Lara Croft rappresenta ciascuno di noi: una persona normale. E’ incredibile come sia stato lavorato bene il personaggio che parte da debole, ma che si rafforza e acquista sicurezza in sé stesso con il passare del tempo in modo graduale dopo le tante esperienze affrontate. La narrativa è solida e convincente anche se mette leggermente in background i comprimari che si incontrano raramente – come è giusto che sia sennò la sensazione di sopravvivenza e solitudine sarebbero assenti – o vengono caratterizzati tramite documenti sparsi nell’isola e video che Lara mostrerà utilizzando una videocamera nelle cutscene. Tutto ciò non rappresenta assolutamente un difetto perchè unendo le varie cose si ottiene una storia ottima, di spessore e tra le migliori viste in un adventure, anche se rimane non molto originale e dalla struttura che presenta alti e bassi.

Tomb Raider

A Long Journey, A Continuos Evolution

Il nuovo Tomb Raider abbandona completamente la struttura a tombe che aveva caratterizzato e reso famosa la serie fino ad oggi lasciando spazio ad una vasta isola divisa in zone, collegate tra loro in totale streaming – senza caricamenti – di solito attraverso scene spettacolari e cinematografiche, tunnel oscuri, cadute da cascate o dirupi e così via. Ogni zona è costituita da diversi accampamenti, grandi e piccoli, che fungono da checkpoint e da hub dove potremo acquistare sia abilità per Lara dopo aver riempito la barra dei punti esperienza e sbloccato punti abilità, sia potenziamenti per le armi spendendo materiali che troveremo sottoforma di casse sparse negli ambienti. Oltre questo, quelli più grandi rappresentano anche punti dai quali effettuare viaggi veloci tra i diversi accampamenti sbloccati fino a quel momento e permettono di tornare indietro per esplorare più a fondo gli ambienti scoprendone tutte le reliquie nascoste, i documenti che approfondiscono la trama di gioco e la caratterizzazione dei personaggi e i tesori GPS che, raccolti tutti, ci riveleranno un documento altrimenti introvabile e importante.

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Inizialmente potrebbe risultare difficile trovare tutti questi oggetti visto che la mappa di gioco ci fornisce poche informazioni e spinge la componente adventure a livelli molto elevati, a parte per i tesori GPS che sono da subito rintracciabili, ma con l’evoluzione delle capacità di Lara e con il ritrovamento di determinate mappe del tesoro saremo in grado di trovare qualsiasi cosa. L’apice dell’esplorazione è costituito dalle sfide che sono rappresentate da un determinato numero di oggetti che dovremo trovare, colpire, incendiare o buttare giù e non ci verranno mai indicate sulla mappa, lasciando a noi il divertimento dell’esplorazione. Grande ritorno che farà sicuramente piacere agli amanti della serie sono le tombe, qui opzionali, molto piccole e caratterizzate da enigmi che fanno utilizzo degli elementi naturali e della fisica in particolare, mai molto complessi ma sempre piacevoli, originali e piuttosto innovativi. Alla fine di ognuna di esse ci sarà un forziere contenente ricompense come ad esempio nuovi componenti per modificare le nostre armi e riceveremo un gran numero di punti esperienza. Aggiunta che abbiamo trovato piuttosto utile è quella dell’istinto di sopravvivenza che viene attivato manualmente per evidenziare elementi importanti nello scenario come pareti scalabili o collezionabili.

Tomb Raider

La cosa che più ci ha colpito in questo reboot è il numero di possibilità di gameplay in continua crescita e direttamente proporzionale alla “maturità” e alla sicurezza di Lara. Inizialmente partiremo muniti di solo arco e frecce, arma principale del gioco nonché la più versatile e divertente da usare, e pian piano il nostro equipaggiamento si ingrandirà con l’acquisizione di svariate bocche da fuoco come fucile a pompa, fucile d’assalto e pistola o strumenti tipo il piccone, utile per scalare rocce ben difinite, una corda per le frecce che ci permette di raggiungere luoghi fuori portata, una specie di carrucola in grado di farci risalire corde tese più velocemente e via dicendo. Tutto questo equipaggiamento è a sua volta upgradabile tramite i potenziamenti divisi in tre gradi che vengono sbloccati con l’avanzamento della storia trovando nuovi componenti da aggiungere all’arsenale. Essi applicano modifiche ai danni inflitti, alla cadenza di fuoco, alla velocità di ricarica o ad esempio al tempo di tensione dell’arco e l’aggiunta di frecce incendiarie o granate. La scheda delle Abilità di Lara invece è divisa in ben tre sezioni un po’ in stile Far Cry 3: Sopravvivenza, Caccia e Combattimento, dove possiamo migliore tali aspetti come l’esplorazione o le nostre possibilità nelle fasi shooter.

Tomb Raider

Altro pregio del gioco và proprio al diverso valore che ogni arma assume nelle diverse situazioni. Il fucile a pompa ci è molto utile negli attacchi ravvicinati e per distruggere accessi in legno sbarrati per accedere ad aree secondarie e nascoste, come anche le granate per eliminare ostacoli più solidi o quando abbiamo un gran numero di nemici in combattimento, l’arco per attacchi dalla distanza o per dar fuoco a superfici di legno e bruciare i nemici, il piccone per gli attacchi corpo a corpo. Tomb Raider ci dà anche possibilità di approccio in diverse situazioni e potremo affrontare i nemici in modalità stealth o assaltandoli direttamente. Lara sfrutta delle coperture automatiche ogni volta che ci sono nemici nelle vicinanze e si accuccia sempre in modo automatico senza la pressione di alcun tasto e la cosa funziona sempre molto bene. Se vogliamo agire silenziosamente potremo portarci fino alle spalle di un nemico e strangolarlo con il nostro arco tramite un breve quicktime event o seguire i vari pattern dei nemici aspettando che siano distanti l’uno dall’altro per attaccarli con le frecce furtive o distrarne uno puntando ad una parete vicina e sferrando una freccia, così da poterci occupare prima del compagno rimasto fermo poi infine di lui senza allertare nessuno.

Tomb Raider

Lo shooting ricorda molto da vicino quello di Uncharted, titolo al quale senza ombra di dubbio Crystal Dynamics si è maggiormente ispirata ma, nonostante le somiglianze che costituiscono anche le fasi platform più fluide e dinamiche con tanto di qualche scena scriptata non molto abusata – ma a differenza di Uncharted lascia discreto spazio al trial & error dei vecchi capitoli -, il titolo del team inglese mantiene molta personalità e si differenzia per una maggiore varietà di situazioni e profondità di gameplay che non si può neanche lontanamente paragonare al titolo Naughty Dog. Le negatività del titolo risiedono soprattutto in due cose: l’intelligenza artificiale dei nemici e negli elementi survival solo abbozzati. Purtroppo gli sviluppatori avevano promesso un titolo dove la sensazione di sopravvivenza si sarebbe toccata con mano e ci sarebbe stato realismo solo che la raccolta del cibo e la caccia sono rimasti elementi davvero poco sviluppati e superflui in quanto il loro utilizzo è ridotto alla sola acquisizione di punti esperienza e sblocco di achivement, mentre il concept di dover bere è stato del tutto abbandonato. Se in più è stata aggiunta la salute rigenerabile che ci facilita ancor di più l’esperienza di gioco non possiamo che affermare il mancato obiettivo. Questo è davvero un peccato perchè con queste piccole ma grandi aggiunte originali si poteva raggiungere il gioco adventure per eccellenza e il titolo avrebbe meritato sotto qualsiasi aspetto.

Tomb Raider

Passando al discorso dell’IA ci sono delle particolarità davvero apprezzabili in un adventure ossia i nemici che in combattimento si muovono sempre moltissimo, scalano pareti, si nascondono avvertendo il pericolo, ci assaltano mettendoci in difficoltà, ci lanciano dinamite e fuoco, ma tutto ciò si va a confrontare con delle deficienze purtroppo molto chiare ossia la poca reattività dei nemici quando ci vedono e il rimanere sempre piuttosto scoperti in fase di copertura o il tentare l’assalto a volte in modi piuttosto banali e poco credibili. Noi abbiamo giocato a Tomb Raider a difficoltà normale finendolo al 100% in ben 21 ore e poi riprovandolo a difficile e il cambiamento dopo questo passaggio è riferito ai danni inflitti, alla violenza negli attacchi e alla loro resistenza fisica. Dobbiamo ammettere che a questa modalità abbiamo dovuto tentare la fuga poi riprovare l’attacco in piu di qualche situazione e sfruttato il level design in modo più studiato e riflessivo, quindi suggeriamo di iniziare direttamente con tale difficoltà per avere un livello di sfida molto superiore. 

Tomb Raider

L’alternanza di situazioni in Tomb Raider è ammirevole e riesce a mischiare gli elementi descritti finora perfettamente, regalando un esperienza di gioco sempre incalzante e sorprendente non annoiando mai il giocatore, anche grazie al level design delle mappe piuttosto ampio e complesso alternato a zone più lineari e cinematografiche. A rendere ancora più cinematografico e immersivo il gioco ci sono anche scene spettacolari, come in Uncharted, durante le quali potremo controllare le azioni di Lara tramite l’ultizzo dei quicktime events, che risulta persino originale e molto azzeccato, visto che a scene classiche con la ripetizione in sequenza di determinati tasti – la maggior parte in contesto con le azioni su schermo – si aggiungono scene in cui Lara può addirittura allungare le mano per raggiungere un oggetto entro un determinato tempo e coinvolgerci di più rendendoci più partecipi nell’azione anche in quelle piccole scene.

Superstiti VS Solarii

Per la prima volta in un titolo della serie viene introdotta una modalità multigiocatore. Il multiplayer di Tomb Raider, sviluppato da Eidos Montreal, è piuttosto classico ma con diverse particolarità. Inizialamente potremo scegliere sia un personaggio tra la lista dei Superstiti che in quella dei Solarii (non vi diciamo chi sono perchè riguarda la trama di gioco) e personalizzare i loro equipaggiamenti che costituiscono un arma primaria, secondaria, esplosivi, abilità difensive e offensive. Man mano che saliremo di livello – quello massimo è 60 – acquisiremo sempre più armi, personaggi sbloccabili (al livello 60 sbloccheremo anche Lara) e abilità. Durante le nostre partite, inoltre, troveremo le solite casse di materiali presenti nelle mappe – al momento poche e tutte di grandezza medio-bassa – con i quali possiamo acquistare dei potenziamenti per le armi, sia per i proiettili, per incrementare il danno inflitto o la stabilità dell’arma, che per gli accessori, che comprendono ad esempio uno zoom migliorato o un tempo di ricarica migliore. Di questi potenziamenti potremo selezionarne solo uno per genere e lo stesso vale per le abilità difensive e offensive. Le modalità di gioco sono soltanto quattro: SOS, Guerra tra bande, Soccorso e Scontro Totale.

Tomb Raider

Mentre guerra tra bande e scontro finale sono due modalità piuttosto classiche, visto che rappresentano in poche parole deathmatch a squadre, dove la fazione con il maggior punteggio vince e la seconda è un deathmatch tutti contro tutti, in cui il primo ad arrivare a 15 uccisioni si aggiudica la partita, Soccorso e SOS possono essere ritenute come due modalità piuttosto atipiche e più originali. Soccorso consiste in tre round dove i Superstiti devono recuperare dei medikit sparsi per lo scenario e portarli in delle zone ben determinate sfuggendo agli attacchi da mischia dei Solarii, mentre nelle partite SOS i Superstiti devono attivare tre trasmettitori che si attiveranno a tempo e dovranno stare attenti alle imboscate dei Solarii che hanno il compito di uccidere gli avversari prima che attivino i trasmettitori , difendere bene quelle zone e recuperare ben 20 batterie dai cadaveri dei Superstiti per potersi aggiudicare il round. Quest’ultime due ci sono sembrate davvero delle interessanti aggiunte molto divertenti e che valgono almeno l’accesso al multiplayer di Tomb Raider, che comunque non pensiamo potrà decollare. I server sono molto stabili e c’è una latenza molto bassa. Ottimizzazione molto accurata.

Tomb Raider

Un isola ostile ma incantevole

Tecnicamente il prodotto Crystal Dynamics si presenta allo stato dell’arte. Le ambientazioni e il lavoro artistico è affascinante e vario: si passa da foreste di un verde rigoglioso e dalla forte illuminazione a caverne oscure e tetre, da spiaggie piene di relitti e lussureggianti a montagne fredde e innevate passando per templi antichi e pieni di mistero. I modelli poligonali sono estremamente realistici e curati sia esteticamente che nelle animazioni facciali che riescono ad esprimere emozioni, anche se dobbiamo ammettere che sotto questo punto di vista si poteva certamente fare un po’ di più. Una bellissima cosa da vedere è la “fisicità” che si avverte controllando Lara che nei pressi di muri o altri elementi solidi muove realisticamente le braccia per appoggiarsi e strisciare le mani sempre rispettando il contesto in cui si trova. Sulla versione PC da noi testata l’ottimizzazione effettuata è una delle migliori degli ultimi anni. Il gioco supporta le Directx 11 e quindi tecnologie come tessellation e occlusione ambientale, ma per la prima volta troviamo anche una nuova tecnologia sviluppata da AMD: il TressFX, che ha creato vari pareri contrastanti. Il TressFX permette di dare una realisticità a ogni singola ciocca di capelli di Lara sia per quanto concerne la fisica che i movimenti. Essa dobbiamo ammettere che svolge un ottimo lavoro e mai in un videogioco si erano visti capelli tanto simili alla realtà. Tale tecnologia gli dona anche brillantezza come se fossero piastrati, ma ci sono anche delle negatività che solo studi più approfonditi nel corso del tempo potranno correggere.

Tomb Raider

Infatti non sempre i capelli di Lara si muovono nella direzione del vento o risentono della fisica dell’equipaggiamento che porta sulle spalle: spesso si creano compenetrazioni poligonali o legnosità nei movimenti, ma siamo soltanto all’inizio e possiamo ben capirlo. Le texture si presentano sempre in ottimo stato, dettagliate e definite, ma qualche piccolo calo lo abbiamo riscontrato negli ambienti chiusi – di solito più facili da progettare – dove sembrano perdere leggermente di qualità. Passando ai difetti sia su console che PC si sono riscontrati diversi bug, come la cancellazione del paesaggio circostante o un blocco durante una missione che oltretutto si risolve tramite un secondo bug (solo su console). La colonna sonora meravigliosa e drammatica accresce l’atmosfera di gioco e ci immerge nelle situazioni, così come gli effetti sonori e gli ottimi doppiaggi. Abbiamo trovato un doppiaggio italiano di Lara, eseguito da Benedetta Ponticelli (Assassins Creed 2, Crash Bandicoot), di ottima qualità ma purtroppo di gran lunga meno espressivo di quello originale inglese, realizzato da Camilla Luddington che interpreta Lara Croft anche fisicamente tramite motion capture. L’accento inglese, l’eccellente recitazione, la sua bellezza e la sublime immedesimazione nel personaggio le fanno guadagnare, almeno dal nostro punto di vista, il premio per una delle migliori interpretazioni viste in un videogame.

Camilla Luddington

A New Beginning

Tomb Raider rappresenta un vero e proprio inizio verso un futuro che crediamo potrebbe essere roseo, gratificante e soddisfacente. Il prodotto racconta una Lara inedita e diversa da come la conoscevamo, ma che abbiamo estremamente amato grazie alle forti emozioni che ci ha trasmesso. Senza ombra di dubbio questo reboot entra tra le più belle avventure mai raccontate in un videogioco che, nonostante la sua natura adventure, riesce a raccontare una storia matura e dai molteplici messaggi. Il gameplay rappresenta un evoluzione sia dei vecchi Tomb Raider che di Uncharted, dimostrando che una struttura di gioco che mescola zone di ampio respiro ad altre più lineari e guidate sono in grado di sostenere una narrazione dal ritmo incalzante e coinvolgente, ma magari ancora con qualche piccolo intoppo che qui potrebbe rappresentare i comprimari che non raggiungono il grado di caratterizzazione di Lara. Nonostante ciò possiamo affermare con tutta la nostra felicità che Lara è finalmente tornata…con tanti stravolgimenti si…ma è ancora qui con noi piena di carisma e di forza di volontà per raggiungere il suo obiettivo: scoprire, anzi, riscoprire sé stessa.

Pro

  • Trama intrigante e matura
  • Caratterizzazione di Lara
  • Level design complesso e articolato
  • Grafica e sonoro di incredibile fattura
  • Gameplay solido, profondo e divertente
  • Tante scene spettacolari e situazioni diverse
  • Molto longevo

Contro

  • IA con alti e bassi a Difficoltà Normale
  • Comprimari poco incisivi
  • Elementi Survival appena accennati e superflui
  • Semplicità e linearità di fondo
  • Qualche bug da risolvere

QUALITA’/PREZZO: 9.5

TRAMA/NARRATIVA: 8.9

GRAFICA: 9.2

AUDIO: 9.5

GAMEPLAY: 8.8

LONGEVITA’: 9

ORIGINALITA’: 8.5

GIUDIZIO FINALE: 8.9/10

Tomb Raider: Trailer di Lancio Italiano


Finalmente Lara torna nei negozi con una nuova coinvolgente avventura!

Square Enix e Crystal Dynamics hanno appena rilasciato il trailer di lancio in lingua italiana di Tomb Raider, nel quale sono riportati i voti delle recensioni provenienti dalle maggiori testate internazionali.

Il gioco è uscito ieri, 5 Marzo 2013, nei negozi e già sta riscuotendo un grandissimo successo sia di vendite che di approvazione da parte dei giocatori di tutto il mondo, che elogiano il team di Darrel Gallagher per essere riuscito a portare sui nostri schermi una Lara del tutto nuova: più umana, fragile e reale accompagnata da un gameplay solido, profondo e divertente riuscendo così a svecchiare il franchise. La nostra prova del titolo inizierà entro giovedì o venerdì a seconda del giorno in cui riceveremo il gioco (Versione PC). Ora godetevi il bel trailer e a presto con la nostra dettagliata recensione!!

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Tomb Raider: Trailer “Reborn” sottotitolato in italiano


Tomb Raider

Ora anche sottotitolato in italiano

Crystal Dynamics ha rilasciato qualche giorno un ennesimo trailer per Tomb Raider chiamato “Reborn”. Noi ve lo riproponiamo oggi con sottotitoli in italiano.

Il trailer funge da messaggio per la gente, ossia cerca di farci capire che Lara Croft, in questo gioco, rappresenterà ognuno di noi: rappresenta il passaggio dalla vita facile e spensierata dello studente a quella del mondo reale pieno di ostacoli e pericoli da ogni parte e dove per farsi valere e raggiungere i propri obiettivi bisogna combattere e resistere non buttandosi mai più e rinunciare. In ognuno di noi c’è un sopravvissuto, noi tutti siamo Lara Croft.

Il 5 Marzo si fa sempre più vicino!

Beyond Two Souls: Il ruolo di Willem Dafoe e data d’uscita


Beyond Two Souls

Il Norman Osborn di Spider-Man dalla scienza passa al paranormale

Quantic Dream ha rilasciato ora un nuovo trailer di Beyond Two Souls che ci presenta il ruolo occupato da Willem Dafoe (Spider-Man) nella produzione. Il noto attore vestirà i panni di uno studioso di eventi paranormali che aiuterà la protagonista, Jodie Holmes, fin da piccola a comprendere tali eventi. Oltre questa rivelazione, alla fine del breve trailer che trovate qui sopra, ne abbiamo trovate altre due, ossia la data di uscita più un upgrade speciale per chi preordina il titolo. La data di uscita di Beyond Two Souls è fissata per l’8 Ottobre 2013 e per chi prenoterà la Special Edition del gioco automaticamente avrà l’accesso gratuito a una scena extra non presente nell’edizione standard.

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Recensione Aliens: Colonial Marines


Recensione a cura di  Alessio “Beyond” Alessandrini

VIDEO – REVIEW

VERSIONE TESTATA: PC

Aliens Colonial Marines

Dopo una lunga attesa Aliens: Colonial Marines approda nei negozi

Sono ben sette gli anni da noi attesi per veder ricomparire nel mondo videoludico una delle serie cinematografiche che più ci è rimasta dentro nel corso degli anni, Aliens: l’inizio del genere horror fantascientifico. Soprattutto i primi due film, Alien diretto da Ridley Scott e Aliens: Scontro Finale passato in mano al cotanto talentuoso James Cameron, rimangono nei nostri cuori e nella storia del cinema e proprio dal finale del secondo film è che riprendono le vicende di questo nuovo (nuovo??) videogame chiamato Aliens: Colonial Marines, sviluppato dai Gearbox Software (Brothers In Arms, Halo: Combat Evolved, Borderlands) e SEGA. Dopo cancellazioni, ritardi e tante difficoltà il prodotto è finalmente arrivato nei negozi. L’attesa sarà stata ripagata o ci troviamo davanti all’ennesimo fallimento di Gearbox? Tuffiamoci nel suo universo e andando a caccia di xenomorfi scopriamolo insieme.

Aliens Colonial Marines

Siamo Marines e non lasciamo indietro un altro Marine”…si ok…ma WTF!!

Come dicevamo precedentemente Aliens: Colonial Marines si pone tra il secondo e il terzo film della saga e ci vede vestire i panni del caporale Christopher Winter che, arrivato con l’astronave USS Sephora in aiuto della Sulaco (nave dove si trovavano gli androidi Hicks e Bishop, Ripley e la bambina Newt), si ritroverà coinvolto, insieme al suo team, nella minaccia Xeno e nei segreti della Wayland Yutani sul pianeta LV-426. La sceneggiatura scritta con l’aiuto dei due registi, Scott e Cameron, appassiona i fan della pellicola, grazie alla trasposizione molto fedele delle ambientazioni e all’atmosfera tipica dei film di Aliens che si viene a creare. Purtroppo però rimangono dei difetti e delle perplessità dovute a diverse incongruenze narrative e ai dialoghi tra i marines che spesso portano a noia per la ripetitività di molte frasi. Ci ritroveremo, però, in situazioni molto simili a quanto visto nei film e con un finale aperto, ma che si ricollega perfettamente con Aliens 3.

Aliens Colonial Marines

Mmm…ma siamo ancora nel 1986? Siamo tornati indietro negli anni?

Il gameplay di Aliens: Colonial Marines è il problema più grande che affligge il titolo. Ci troviamo davanti a un classico (che più classico non si può) shooter in prima persona costruito su una struttura estremamente lineare e guidata, dove si alternano sparatorie con il personale della Wayland Yutani, quelle con gli xenomorfi, una minima esplorazione degli ambienti alla ricerca di munizioni, armature, medikit, computer dove ascoltare registrazioni per approfondire la trama di gioco e armi leggendarie provenienti dai film e qualche sezione con un leggero richiamo ai giochi stealth/survival, in cui si respira una tensione superiore rispetto al resto del gioco. Il grosso problema riguarda il bilanciamento di tali situazioni davvero pessimo, infatti ci ritroveremo per gran parte della storia di fronte a sparatorie continue e noiose, a causa anche di un intelligenza artificiale nemica non particolarmente sviluppata e strategica. Vedremo xenomorfi uscire all’improvviso dall’oscurità attaccandoci sempre con gli stessi identici pattern d’attacco, che a un certo punto diventeranno talmente prevedibili e imbarazzanti da non richiedere neanche più una gran concentrazione, trattandosi di banali, violenti salti verso il protagonista e niente di più.

Aliens Colonial Marines

Quando ci salteranno addosso partiranno dei quicktime events a prova di imbecille, dove ci sarà chiesto di premere ripetutamente sempre il solito tasto. La stessa cosa vale per gli esseri umani, che sono molto precisi nella mira ma non creano strategie d’attacco complesse per aggirarci o altro. Gli sviluppatori furbamente, avendo notato questi grossi difetti di IA a prodotto terminato, hanno allora apportato delle modifiche al danno inferto da ciascun colpo che subiamo, così da farci stare cauti e attenti nei combattimenti. In Aliens: Colonial Marines il sistema della salute funziona a blocchi: ce ne sono ben tre che rappresentano la salute e ogni volta che uno di questi sarà vuoto sarà necessario acquisire un medikit per riempirlo nuovamente, mentre se si svuota solo in parte ci penserà la rigenerazione della salute abbastanza rapida. Per difenderci in miglior modo c’è anche una barra per l’armatura, che ritarderà la sottrazione dei preziosi punti salute. Il gioco ci metterà a disposizione soltanto un piccolissimo equipaggiamento offensivo. Troveremo una mitragliatrice, un fucile a pompa, una pistola con colpi infiniti e le granate (davvero imprecise nel lancio) come predefiniti , ma verso la fine anche un inceneritore e un lanciarazzi (quest’ultimo utile soltanto per una determinata missione).

Aliens Colonial Marines

Parte di queste armi potranno essere potenziate con mirini più precisi, estensioni per i caricatori e cosi via ogni volta che saliremo di grado accumulando punti esperienza, ma non si è rivelata un aggiunta utile ai fini del gameplay vista l’estrema semplicità. Altro problema è proprio il valore che assume ciascuna arma perchè potremo andare avanti fino alla fine utilizzando anche soltanto la pistola, per fare un esempio, e uccidere qualsiasi nemico ci troveremo dinanzi, quindi l’importanza in svariate situazioni di ciascuna di esse è inesistente ed è proprio questo a rendere il gameplay banale, privo di sostanza e dalle meccaniche di uno sparatutto primitivo. Immancabile nei giochi di Aliens è poi il rilevatore di rumore che ci permetterà di avvertire nemici nelle vicinanze e capire la strada da prendere anche se in verità di pochissima utilità visto che ci troviamo in un gioco costruito su binari. C’è, infine, la possibilità di spostare determinate mitragliatrici automatiche in alcuni scenari più caotici per darci una mano nello sterminio. Come tipologia di missioni ci troviamo di fronte a un titolo a parti interessante, ma in altre estremamente ripetitivo e poco vario. La parte più originale è rimasta l’unica missione caratterizzata da tratti survival e stealth dove dovremo attraversare dei condotti oscuri popolati da xenomorfi cercando di non far rumore per non far individuare la nostra posizione.

Aliens Colonial MArines

Purtroppo però anche lì l’intelligenza artificiale è disastrosa e deficitaria visto che facendo rumore non ci attaccano ma esplorano l’ambiente seguendo il nostro rumore ma ci passano accanto senza accorgersi di nulla o rimanendo impalati a guardarci. Parlando di combattimenti l’unica varietà ci è data da alcuni “boss” che però non si uccidono in modi particolari (a parte quello finale..sempre fin troppo semplice) ma semplicemente bisognerà spostarsi al momento giusto, correre poi sparare alle spalle e cosi via. Altra varietà e senso di pericolo e sopravvivenza è dato dai momenti in cui ci saranno alle costole Xeno imbattibili dove dovremo scappare in tempo senza farci prendere.

Escono dalle fottute pareti! Oooh meglio se rimanevano nascosti! Orroreee!!

Appena abbiamo avviato Aliens: Colonial Marines la nostra reazione è stata: “What the Hell?!!” Si è questa la reazione avuta dopo aver capito che la storia di Duke Nukem Forever si stava ripetendo di nuovo. Dopo sette lunghi anni il prodotto è invecchiato e anche male. Ci troviamo davanti l’ennesima produzione costruita sull’ Unreal Engine 3, ma questa volta con delle texture bizzare e piatte che cadono nel ridicolo per un gioco datato 2013, dell’effettistica del tutto assente, animazioni che definire legnose è troppo riduttivo, effetti particellari che si possono collocare all’inizio del nuovo millennio e una fisica povera e quasi del tutto assente.

Aliens Colonial MArines

A tutto ciò va aggiunto un ragdoll pessimo sui nemici che spesso sembra non risentano dei colpi inflitti sul loro corpo, dando così una realisticità pessima ai combattimenti con gli umani. A salvarsi è il gioco di luci ed ombre, che spesso crea atmosfere non incredibili ma gradevoli allo sguardo e in grado di trasferire ansia al giocatore, e il lavoro artistico che in rari casi è degno di nota. Anche i character design degli alieni sono molto ben ricreati e fedeli alla saga e incutono la solita paura al solo sguardo, però la stessa cosa non si può dire dei versi assegnati agli Xeno che non riescono a spaventare essendo davvero infantili e di debole impatto sulle sensazioni di chi gioca. Diverso il discorso se ci si riferisce al doppiaggio italiano dei personaggi sempre di alto livello e ben recitato in qualsiasi situazione ci si trovi. Da bocciare la colonna sonora presa dal film nettamente in disaccordo con le azioni su schermo e gli effetti sonori delle armi, decisamente vecchi rispetto a ciò a cui ci hanno abituato gli sparatutto moderni più celebri. Da segnalere alcuni glitch sui pattern di movimento degli xenomorfi in alcune situazioni dove rimangono come bloccati da un muro invisibile con l’impossibilità di raggiungerti e un altro sugli alleati che verso la fine del gioco impugneranno una mitragliatrice per spararti.

Aliens Colonial MArines

Il capolavoro sulla serie Aliens deve ancora arrivare

Aliens: Colonial Marines è la dimostrazione che uno sviluppo travagliato e che si prolunga negli anni porta sempre a risultati mediocri, dove il gameplay risulta ormai vecchio e datato come anche il livello tecnico. I Gearbox si stanno perdendo per strada e con questo titolo sono nuovamente caduti in basso, come qualche anno fa con lo storico Duke Nukem Forever, quindi non possiamo che sconsigliare questo ennesimo lavoro poco riuscito sulla tanto amata saga cinematografica. Consigliamo di acquistarlo ad un massimo di 5 o 10 euro tra qualche mese, perchè se lo acquisterete ora a prezzo pieno ve ne pentirete senza ombra di dubbio. Un gioco degno degli xenomorfi deve ancora arrivare…ma quando? Intanto torniamo a giocare ad Aliens Vs Predator 2 del 2001, ultimo vero capolavoro dedicato alla serie.

Pro Aliens Colonail Marines  

contro aliens Colonial Marines

QUALITA’/PREZZO: 4

TRAMA/NARRATIVA: 7

GRAFICA: 5

GAMEPLAY: 5

AUDIO: 6

LONGEVITA’: 6

ORIGINALITA’: 4.8

CARISMA: 4.8

GIUDIZIO FINALE: 5.5/10

Bioshock Infinite: Trailer “Lamb Of Columbia” in italiano


Un doppiaggio italiano di qualità

Bioshock Infinite2K Games e Irrational Games, a lavoro su Bioshock Infinite, hanno rilasciato la versione completa del trailer “Lamb Of Columbia” completamente doppiato in lingua italiana. Il video è incentrato sulla figura di Elizabeth che, a quanto pare, rivestirà un ruolo molto importante nella trama del gioco. Il doppiaggio sembra ben interpretato, carismatico e di qualità.

Square Enix: Teaser trailer per Murdered: Soul Suspect


Un detective fantasma che indagherà sulla sua stessa morte

Murdered: Soul SuspectSquare Enix ha appena rilasciato il primo breve teaser trailer di Murdered: Soul Suspect, un action adventure che uscirà su PC, PS3 e XBOX 360 dove, da queste prime immagini, sembra che impersoneremo un detective fantasma indaffarato sulla risoluzione del suo difficile caso: scoprire chi l’ha assassinato, interagendo con il mondo dei vivi. Siamo in attesa di notizie più chiare.