Anteprima a cura di Alessio “Beyond” Alessandrini
Un famoso esploratore una volta disse: “E’ quel che facciamo che è straordinario, non quello che siamo! Mi ero finalmente decisa a lasciare il segno, a trovare l’avventura, ma invece…è stata l’avventura a trovare me.” – Lara Crof
Ormai manca poco più di un mese all’uscita ufficiale del nono capitolo di Tomb Raider, sviluppato dai veterani della serie ossia i Crystal Dynamics (Tomb Raider Legend, Anniversary e Underworld), in collaborazione con la storica Square Enix, per la prima volta publisher dietro un titolo di Tomb Raider dopo l’acquisizione, nel 2009, di Eidos. Nel corso degli anni, questo reboot ha suscitato gioie, ma anche dolori e delusioni da parte dei fan di vecchia data della serie, nata nel 1996 sulla vecchia e storica Playstation One dai veri creatori del personaggio di Lara Croft: i Core Design. Le paure ed incertezze sono state stimolate sia dal cambiamento caratteriale, che ha reso particolare la figura della nota esploratrice per tutti questi anni, e soprattutto da un cambio di rotta per quanto concerne il gameplay tipico della saga. Ora andremo ad analizzare molto dettagliatamente tutto ciò che c’è da sapere su questa attesissima ripartenza e una cosa è sicura: non vediamo l’ora di poterci mettere nuovamente nei panni della profanatrice di tombe più famosa dell’universo videoludico per poterne testare tutte le aggiunte e le novità.
La trama di Tomb Raider: A Survivor is Born sarà incentrata su una Lara Croft giovane, appena laureata, in cerca d’avventura, debole, paurosa e senza alcuna esperienza. Fin da piccola era stata abituata a pensare prima al passato che al presente e da questa sua educazione nasce il suo amore immenso per l’ignoto, per la storia e l’archeologia, ma soprattutto per i misteri più remoti che avvolgono il nostro mondo. La ragazza, come tutti ben sappiamo, proviene da una ricca famiglia e dall’ombra ingombrante dei suoi famosi genitori fa molta fatica ad uscirne, ma lei si rifiuta di approfittare della popolarità della famiglia Croft, volendo così affermarsi con le proprie forze nel suo campo di competenza e lasciare un segno nella storia (così è spiegato il titolo di questo paragrafo). Finirà così per imbarcarsi, a ventuno anni, sulla nave di salvataggio Endurance per dimostrare al mondo intero e ai suoi genitori il proprio valore, andando alla ricerca della flotta perduta di Kublai Khan. Però una tempesta porterà fuori rotta la nave dividendola in due parti e così Lara si ritrova su un isola misteriosa e piena di insidie all’interno del Triangolo delle Bermuda. Sarà suo compito ritrovare l’equipaggio disperso e scoprire i misteri che racchiude quel sinistro posto dimenticato.
Una scrittrice importante per una storia di eguale importanza
La più grande novità che ci è stata promessa da Crystal Dynamics riguarda proprio la sceneggiatura. Per tale occasione è stata assunta come sceneggiatrice una famosa scrittrice di romanzi fantasy inglese: Rhianna Pratchett, che ha avuto già l’onore di lavorare alla narrativa di altri videogames come il reboot di Prince Of Persia del 2008, Heavenly Sword e Risen. La presenza di tale immagine all’interno del team non può far altro che farci ben sperare per la qualità narrativa del gioco completo, che si preannuncia di grande impatto e profondità già dai vari trailer e video di gameplay mostrati fino ad oggi. Tomb Raider: A Survivor is Born sembra essere un viaggio interiore nella protagonista, un percorso di formazione che ci fa abbandonare il nostro essere adolescenti e ragazzini per passare finalmente nel mondo adulto e pericoloso, pieno di ostacoli: quel mondo in cui all’improvviso tutto può cambiare e l’avventura riesce finalmente a trovarti e ti butta in un universo selvaggio che è la vita, quel mondo in cui devi fare qualcosa di importante per farti valere, per sopravvivere e per passare alla storia senza farti raccomandare dal buon nome che ti porti dietro. Il lavoro di caratterizzazione che finora il team ci ha mostrato è veramente incredibile e se all’uscita tutto ciò verrà amplificato ci potremo ritrovare davanti ad un capolavoro in parte visionario e metaforico di sontuosa bellezza ed originalità.
A Survivor is Born
La struttura di gioco di questo reboot ancora non ci è precisamente chiara e non sappiamo se sarà un completo free roaming a mondo aperto o verrà suddiviso in vari livelli dove potremo affrontare sia missioni principali che secondarie, oltre che dedicarci alla caccia, all’esplorazione e alla sopravvivenza di Lara, che dovrà sia bere che mangiare per tenersi in salute. Dai molteplici video rilasciati dal team di sviluppo abbiamo potuto notare un’alternanza tra zone piuttosto lineari e guidate ed altre più aperte e vaste, dove potersi dedicare alla ricerca di armi o della selvaggina tramite l’utilizzo della modalità stealth e dell’arco di Lara, o alla ricerca di tombe da profanare. L’aspetto che maggiormente ha subito mutazioni è sicuramente quello platform. Possiamo dire addio al sistema libero e che aggiungeva complessità alle sezioni platform grazie al try and error (prova e sbaglia), perchè in questo capitolo Crystal Dynamics ha reso tali fasi completamente guidate e automatizzate come in Uncharted e Assassin’s Creed, aumentando estremamente la semplicità di tali azioni e aggiungendo persino eventi scriptati proprio come accadeva in Uncharted, favorendo in questo modo però la fluidità e il proseguo della narrativa, tassello principale della produzione. Lara avrà a disposizione anche un piccone per scalare superfici rocciose ma ancora non conosciamo l’esatto funzionamento sul pad. Altra novità essenziale è la progressione in stile RPG che ci permette di acquisire punti esperienza durante l’avventura e potenziare le caratteristiche fisiche e le abilità di Lara ogni volta che arriveremo in un accampamento, che fungerà anche da checkpoint. Tale progressione permette ad esempio di potenziare la forza con la quale Lara tende il suo arco, acquisire abilità riguardanti la sopravvivenza ed altre categorie riferite ai potenziamenti per le armi, la capacità di portare con sé più munizioni e così via. A favorire ancor di più la spettacolarità e l’impatto cinematografico, sul quale il titolo punta il suo focus, gli sviluppatori hanno aggiunto anche diversi scontri con animali selvatici, tipo i lupi, e alcune situazioni particolari altamente cinematografiche con l’utilizzo dei soliti quicktime events. Altra ennesima aggiunta al gameplay è la Survival Mode o Survival Instinct che permette a Lara di evidenziare con colori particolari gli elementi di interesse nello scenario e quindi funge da aiuto per chi non sa cosa fare o come andare avanti: altra semplificazione al gameplay nonché un’abilità che potrebbe servire soprattutto a un giocatore più giovane e meno esperto.
Altra promessa fatta dal team riguarda i vari e molteplici approcci che ci sarebbero stati in questo reboot. Noi finora abbiamo notato che si potrà scegliere se agire più in stealth con armi a distanza o buttarsi nella battaglia a spari di mitra e armi simili, però il level design al momento non ha mostrato incredibile spessore, bivi da utilizzare per aggirare nemici o per cambiare approccio, ma tutto sembra strutturato su un filo lineare dove potremo nasconderci dietro coperture e riflettere come agire, ma senza presentare doppie possibilità o vie secondarie. Abbiamo la paura di ritrovarci davanti a un gioco un po’ troppo guidato in modo da favorire sempre la sceneggiatura e la narrazione della storia, che avviene tramite belle scene d’intermezzo mostrate direttamente con il motore grafico del gioco: una scelta che sicuramente non guasta visto che è importante dare la precedenza a una bella storia e ai messaggi che ci vuole trasmettere, però anche il gameplay deve essere all’altezza e accompagnarci con carisma e divertimento fino alla fine. Gli scontri con i nemici ci sembrano divertenti e l’IA appare nella norma e ben programmata per darci un pizzico di difficoltà in più, a differenza di Underworld, ma ciò che non ci è andato molto giù è il passaggio alla salute rigenerante, che forse potrebbe affievolire il livello di sfida. Ciò lo consideriamo un difetto anche sotto il punto di vista della sopravvivenza, il tema centrale dell’intera opera, e quindi poco coerente. Assolutamente immancabili gli enigmi che consisteranno nell’interazione con gli elementi naturali ossia acqua, fuoco, terra e aria , che si preannunciano anche abbastanza impegnativi e man mano sempre più complessi stando alla parola dello sviluppatore. La longevità del titolo si dovrebbe attestare intorno alle 12/15 ore di gioco quindi una durata più che soddisfacente per un titolo survival/action-adventure di questo tipo.
Multiplayer e varie modalità
Il reboot includerà al suo interno per la prima volta nella serie una modalità multigiocatore, anche abbastanza originale da quanto mostrato e che mantiene la stessa sensazione di sopravvivenza. Eidos Montreal è stata incaricata dello sviluppo quindi non andrà ad intaccare sul single player e sulla sua qualità. Il multiplayer consisterà in diverse modalità come l’onnipresente deathmatch, da sfruttare soprattutto come allenamento per i comandi, e l’originale modalità Rescue (Salvataggio), dove ogni fazione, divise in Sciacalli e Solarii, avranno degli obiettivi differenti come per esempio trasportare delle casse di medicinali in un punto preciso della mappa mentre l’altra deve cercare di fermarli arrivando a 20 punti. Il primo che completa il proprio obiettivo vince il round, mentre per vincere l’intera partita bisogna vincerne ben tre di round. Ovviamente l’originalità non è in questo, ma bensì nel fatto che per uccidere un avversario non bisognerà semplicemente sparare, ma finirlo con un attacco da corpo a corpo ed inoltre avremo la possibilità di posizionare varie trappole sul campo di battaglia. Le mappe ci sono sembrate finora di grandezza medio-piccola, ma adatte al tipo di gameplay. Il level cap al momento è fissato a 60 e ovviamente ci sarà la possibilità di scegliere tra diversi personaggi che non hanno nulla a che fare con la storia principale: a livello massimo si potrà sbloccare il modello della nostra amata Lara. Altre modalità poi ci saranno svelate all’uscita del gioco e ne riparleremo nella nostra recensione.
Un bel vedere, tanta varietà ma ancora c’è da ottimizzare
Passando al comparto visivo, Tomb Raider: A Survivor is Born si mantiene nella norma per quanto riguardo il livello di dettaglio ambientale, ma ancora non ci siamo completamente sui modelli poligonali che dopo mesi ancora sembrano leggermente scialbi in quanto a definizione, nonché legnosi e slegati per le animazioni del corpo soprattutto evidenti nelle cutscene. Su ottimi livelli si attestano invece espressioni facciali e il lavoro artistico che risulta vario, elegante e affascinante. Si alternano scenari sul lungomare dalla fotografia curata e superlativa, a boschi, piccoli villaggi, paesaggi nevosi, cascate, posti lugubri e terrificanti, foreste al buio e scenari più soleggiati caratterizzati da un sistema di illuminazione forte e ben gestito. I cromatismi sembrano sempre azzecati e sembrano rendere l’avventura ancora più immersiva, grazie all’atmosfera che si viene a creare. Il doppiaggio di Lara, eseguito dalla stessa Camilla Luddington (True Blood) in lingua originale, è caldo, profondo e perfetto per l’età della protagonista, ma anche quello italiano di Benedetta Ponticelli (Assassin’s Creed 2 e Brotherhood) sembra avere le sue potenzialità ,anche se aspettiamo di ascoltarlo nei dialoghi in game visto che nel trailer ci è sembrato poco carismatico ed eseguito con poca immedesimazione.
Un reboot pieno di potenzialità, ma anche di leggere incertezze
Tomb Raider: A Survivor is Born attualmente appare come un titolo che potrebbe essere estremamente profondo nella narrazione e nella sceneggiatura, ma ancora non pienamente convincente sul lato tecnico e del gameplay. Quest’ultimo per risultare divertente dovrà mostrare diversi approcci nelle missioni e non essere troppo guidato dalla spettacolarità, dalla linearità del level design e dalla narrazione perchè non abbiamo bisogno di un nuovo Uncharted. Nonostante tali paure, il titolo però sembra offrire molta varietà nella direzione artistica, nelle ambientazioni e sotto alcuni aspetti del gameplay, che sembrano prometterci anche un pizzico di esplorazione, di sensazione di sopravvivenza e soprattutto profondità. Tutto ciò, insieme ad una narrazione superlativa, potrebbe far diventare questo capitolo di Tomb Raider una ripartenza più che ottima, grazie anche a quel pizzico di originalità che è in grado di regalarci.
PRO
Livello artistico e sonoro
Sceneggiatura profonda, matura e promettente
Gameplay vario e profondo
CONTRO
Il level design sembra ancora troppo guidato e lineare
Livello tecnico migliorabile, soprattutto le animazioni
Alcune innovazioni al gameplay non verranno apprezzate da tutti
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