Recensione a cura di Alessio “Beyond” Alessandrini
I BAMBINI DI COLD ROCK (2012)
Titolo Originale: The Tall Man
Anno: 2012
Genere: Thriller/Drammatico
Durata: 100 min
Regia/Sceneggiatura: Pascal Laugier
Musiche: Todd Bryanton
Montaggio: Sèbastien Prangère
Interpreti:
Jessica Biel: Julia Denning
Jodelle Ferland : Jenny
Stephen Mchattie: Tenente Dodd
Jacob Davies: David
William B. Davis: Sceriffo Chestnut
Samantha Ferris: Tracy
Colleen Wheler: Signora Johnson
Eve Harlow: Christine
Katherine Ramdeen: Carol
Doppiatori:
Claudia Catani: Julia Denning
Ennio Coltorti: Tenente Dodd
Roberta Pellini: Tracy
Roberta Greganti: Signora Johnson
Chiara Gioncardi: Christine
I Bambini di Cold Rock: La strada per una vita migliore
A Cold Rock, uno sperduto paesetto americano dove il lavoro scarseggia dopo la chiusura della grande miniera, le famiglie si impoveriscono e vivono in topaie e l’ambiente è sull’orlo del decadimento, ben diciotto bambini sono stati rapiti senza lasciare alcuna traccia. Le superstizioni locali raccontano di un uomo alto e oscuro, chiamato appunto Uomo Alto dai paesani, che vive nei boschi attorno alla cittadina e che rapisce questi bambini nel cuore della notte, portandoli chissà dove. Un infermiera di nome Julia (Jessica Biel), che assolutamente non crede a queste leggende, una notte viene privata di suo figlio David (Jacob Davis), rapito da un losco individuo vestito interamente di nero dopo aver attaccato e poi legato la tata Christine (Eve Harlow). A questo punto inizia per la protagonista principale un percorso pieno di segreti, dolore, sacrificio ma anche di coraggio ed amore verso i suoi obiettivi.
Il film viene etichettato come un thriller, ma in realtà rappresenta più un dramma sociale dalle tinte leggermente horror con uno spruzzo di thriller appena accennato, giungendo persino al thriller psicologico in piccolissimi momenti. Esso cattura e coinvolge lo spettatore soprattutto per le profonde tematiche che porta con sé ed una sceneggiatura ben scritta, senza buchi narrativi o risvolti che ci fanno rimpiangere di averlo visto, anzi segue dall’inizio alla fine un filo ben definito senza deviare per assurdità che ci tenteranno di premere il pulsante OFF. Un bambino ha il diritto di vivere e crescere nella serenità, tra l’affetto dei suoi cari e l’amore, per poter seguire la strada della spensieratezza, del giusto stato psicologico, della solarità, dell’amore per la vita; se non ha queste cose ha bisogno di cambiar vita per non diventare solitario, chiuso e triste. Questa è la tematica principale e il messaggio che il regista/sceneggiatore Pascal Laugier cerca di trasmettere allo spettatore, ma oltre questo ci tiene a far presente che qualsiasi genitore può avere delle difficoltà nell’affrontare la vita e le persone con le quali condividiamo ogni singolo secondo o si può essere semplicemente sfortunati e poveri, ma questo non significa che non ci potrebbero offrire un bel futuro e dare affetto, perchè è di queste piccole cose che la vita è fatta. Nel trasmettere il proprio messaggio lo sceneggiatore ha svolto un lavoro eccellente con dialoghi profondi e che soprattutto in alcuni casi lasciano a bocca aperta per tutte le cose che riescono ad insegnarci, mentre un lavoro solo discreto è stato fatto per la ritmica narrativa che è altalenante e può essere riassunta come un mix di alti e bassi: momenti coinvolgenti mischiati a quelli abbastanza inutili o noiosi. Per quanto riguarda le interpretazioni degli attori troviamo un eccellente Jodelle Ferland nel ruolo di Jenny, una giovane ragazza che vive tra tristezza e solitudine a causa della brutta compagnia che frequenta sua madre – un uomo che usa violenza sulle donne di nome Steven – e desiderosa di una vita nuova lontana da Cold Rock; una buona anche se a volte fredda e poco espressiva Jessica Biel ed una più che discreta recitazione da parte di Stephen Mchattie, forse inserito in un ruolo un po’ troppo marginale e poco approfondito.
COMMENTO
I Bambini di Cold Rock è un ottima prova da parte del regista francese Pascal Laugier (Martyrs), che si fa apprezzare dall’inizio alla fine con una trama appassionante e significativa, che riesce a ricalcare nei suoi 100 minuti di durata gran parte della situazione sociale ed economica attuale di tante parti del mondo, descrivendo visionariamente quale fine potrebbero fare le generazioni future, quali potrebbero essere i loro sogni visto l’enorme tasso di povertà che ci sta attaccando ultimamente e le difficili situazioni famigliari che si fanno sempre via via più molteplici: fuggire verso un qualcosa di migliore? Una nuova vita? Forse al giorno d’oggi tutti ne abbiamo bisogno: adulti e ragazzini.
VOTI
Trama: 8.5
Sceneggiatura: 8.9
Sonoro: 8
Montaggio: 7.9
Effetti Speciali: 7
VOTO GLOBALE: 8.6
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